inizio del mese Missionario.
Condivido con voi un abellissima preghiera di don Tonino Bello.
Santa
Maria, donna missionaria, concedi alla tua Chiesa il gaudio di
riscoprire, nascoste tra le zolle del verbo «mandare», le radici della
sua primordiale vocazione. Aiutala a misurarsi con Cristo, e con nessun
altro: come te, che, apparendo agli albori della rivelazione
neotestamentaria accanto a lui, il grande missionario di Dio, lo
scegliesti come unico metro della tua vita. Quando la Chiesa
si attarda all’interno delle sue tende dove non giunge il grido dei
poveri, dalle il coraggio di uscire dagli accampamenti. Quando viene
tentata di pietrificare la mobilità del suo domicilio, rimuovila dalle
sue apparenti sicurezze. Quando si adagia sulle posizioni raggiunte,
scuotila dalla sua vita sedentaria. Mandata da Dio per la salvezza del
mondo, la Chiesa è
fatta per camminare, non per sistemarsi. Nomade come te, mettile nel
cuore una grande passione per l’uomo. Vergine gestante come te, additale
la geografia della sofferenza. Madre itinerante come te, riempila di
tenerezza verso tutti i bisognosi
Santa
Maria, donna missionaria, noi ti imploriamo per tutti coloro che avendo
avvertito, più degli altri, il fascino struggente di quella icona che
ti raffigura accanto a Cristo, l’inviato speciale del Padre, hanno
lasciato gli affetti più cari per annunciare il vangelo in terre
lontane. Sostienili nella fatica. Ristora la loro stanchezza. Proteggili
da ogni pericolo. Dona ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei
poveri i tratti della tua verginale tenerezza. Metti sulle loro labbra
parole di pace. Fa’ che la speranza con cui promuovono la giustizia
terrena non prevarichi sulle attese sovrumane di cieli nuovi e terre
nuove. Riempi la loro solitudine. Attenua nella loro anima i morsi della
nostalgia. Quando hanno voglia di piangere, offri al loro capo la tua
spalla di madre. Rendili testimoni della gioia. Ogni volta che ritornano
tra noi, profumati di trincea, fa’ che possiamo attingere tutti al loro
entusiasmo. Confrontandoci con loro, ci appaia sempre più lenta la
nostra azione pastorale, più povera la nostra generosità, più assurda la
nostra opulenza. E, recuperando su tanti colpevoli ritardi, sappiamo
finalmente correre ai ripari.